Descrizione

Comune di montagna, di probabile origine rinascimentale, il cui profilo socio-economico è caratterizzato da una tradizionale e consolidata attività agricola e da una recente attività industriale che ha definitivamente soppiantato l'antica attività di silvicoltura. La comunità dei bederesi, che mostra un indice di vecchiaia nella media, è concentrata unicamente nel capoluogo comunale, essendo quasi disabitate le poche case sparse. Il profilo geometrico del territorio è aspro e irregolare in alcuni tratti, determinando un paesaggio tipicamente montano, con un'escursione altimetrica in vero contenuta, che passa da un minimo di 348 metri ad un massimo di 796 metri. L'abitato non è interessato da un significativo fenomeno di espansione edilizia. Lo stemma comunale, concesso con decreto del Presidente della Repubblica, raffigura due chiavi d'argento con gli anelli intrecciati e gli ingegni all'insù, poste in palo su campo verde; la tortora d'argento nell'atto di volare domina su sfondo azzurro, mentre sul capo, di rosso, spiccano tre foglie di betulla d'oro.  

Comune di montagna, di probabile origine rinascimentale, il cui profilo socio-economico è caratterizzato da una tradizionale e consolidata attività agricola e da una recente attività industriale che ha definitivamente soppiantato l'antica attività di silvicoltura. La comunità dei bederesi, che mostra un indice di vecchiaia nella media, è concentrata unicamente nel capoluogo comunale, essendo quasi disabitate le poche case sparse. Il profilo geometrico del territorio è aspro e irregolare in alcuni tratti, determinando un paesaggio tipicamente montano, con un'escursione altimetrica in vero contenuta, che passa da un minimo di 348 metri ad un massimo di 796 metri. L'abitato non è interessato da un significativo fenomeno di espansione edilizia. Lo stemma comunale, concesso con decreto del Presidente della Repubblica, raffigura due chiavi d'argento con gli anelli intrecciati e gli ingegni all'insù, poste in palo su campo verde; la tortora d'argento nell'atto di volare domina su sfondo azzurro, mentre sul capo, di rosso, spiccano tre foglie di betulla d'oro.  

Storia

Non si hanno notizie rilevanti riguardanti la storia locale: non esistono resti di costruzioni medioevali o più antiche, né vi sono riferimenti alla sua storia ecclesiastica; forse in tempi remoti si era avvertita la vicinanza ai monaci dell'abbazia benedettina dei Ganna. Vi sono date certe solo sulla sua appartenenza, con il feudo della Valcuvia, alla famiglia dei Cotta dal 1450. Sul finire del XVI secolo passò a far parte del feudo di Valtravaglia, proprietà della famiglia dei Marliani, prima, e dei Moriggia dopo, dal 1694. Non essendovi notizie certe e documentate riguardanti la sua storia, riesce ancora più difficile ricostruire l'etimo del nome. Il fenomeno dell'emigrazione ha da sempre caratterizzato la zona, considerato che essa non offriva prospettive industriali o agricole rilevanti ma soltanto un reddito legato allo sfruttamento delle boscaglie circostanti l'abitato. Degna di nota, per un certo interesse artistico, è la chiesa di Sant'Ilario, risalente al secolo XI, rimaneggiata in età moderna; il campanile conserva la sua struttura originaria in stile romanico.  

Non si hanno notizie rilevanti riguardanti la storia locale: non esistono resti di costruzioni medioevali o più antiche, né vi sono riferimenti alla sua storia ecclesiastica; forse in tempi remoti si era avvertita la vicinanza ai monaci dell'abbazia benedettina dei Ganna. Vi sono date certe solo sulla sua appartenenza, con il feudo della Valcuvia, alla famiglia dei Cotta dal 1450. Sul finire del XVI secolo passò a far parte del feudo di Valtravaglia, proprietà della famiglia dei Marliani, prima, e dei Moriggia dopo, dal 1694. Non essendovi notizie certe e documentate riguardanti la sua storia, riesce ancora più difficile ricostruire l'etimo del nome. Il fenomeno dell'emigrazione ha da sempre caratterizzato la zona, considerato che essa non offriva prospettive industriali o agricole rilevanti ma soltanto un reddito legato allo sfruttamento delle boscaglie circostanti l'abitato. Degna di nota, per un certo interesse artistico, è la chiesa di Sant'Ilario, risalente al secolo XI, rimaneggiata in età moderna; il campanile conserva la sua struttura originaria in stile romanico.  

Economia

In coerenza con la sua ridotta consistenza demografica, non ospita alcun organismo burocratico-amministrativo di rilievo particolare, oltre gli uffici municipali e postali. Da segnalare però la sede della Pro Loco. Attualmente in questo comune appartato della Valcuvia l'esistenza continua ad essere segnata dai ritmi pacati e solenni della natura. Anche l'assetto economico locale è permeato da una profonda consonanza con essa: la principale fonte di  reddito, in media non molto elevato, è rappresentato dall'agricoltura, legata alla produzione di cereali. Le attività industriali producono fili e cavi isolanti. Sul territorio comunale figurano alcune imprese edili, occupate nella ristrutturazione delle vecchie case in pietra di proprietà di quegli emigranti che ritornano nel paese nativo e che hanno l'obiettivo di rendere più comode le antiche dimore. Le strutture scolastiche presentano notevoli carenze: è possibile frequentare solo la scuola materna e la scuola elementare. Da segnalare la presenza di un asilo nido. Non esistono altre strutture per la diffusione della cultura, dello sport e del tempo libero in genere. Negli ultimi anni sta assumendo l'aspetto di una piccola stazione balneare, richiamando nella stagione estiva, qualche turista, nonostante la scarsa capacità ricettiva ridotta alla sola ristorazione e priva di strutture alberghiere o complementari, necessarie per garantire il soggiorno agli eventuali visitatori. Anche per i servizi sanitari e farmaceutici bisogna ricorrere ai centri vicini, risultando del tutto assenti.  

In coerenza con la sua ridotta consistenza demografica, non ospita alcun organismo burocratico-amministrativo di rilievo particolare, oltre gli uffici municipali e postali. Da segnalare però la sede della Pro Loco. Attualmente in questo comune appartato della Valcuvia l'esistenza continua ad essere segnata dai ritmi pacati e solenni della natura. Anche l'assetto economico locale è permeato da una profonda consonanza con essa: la principale fonte di  reddito, in media non molto elevato, è rappresentato dall'agricoltura, legata alla produzione di cereali. Le attività industriali producono fili e cavi isolanti. Sul territorio comunale figurano alcune imprese edili, occupate nella ristrutturazione delle vecchie case in pietra di proprietà di quegli emigranti che ritornano nel paese nativo e che hanno l'obiettivo di rendere più comode le antiche dimore. Le strutture scolastiche presentano notevoli carenze: è possibile frequentare solo la scuola materna e la scuola elementare. Da segnalare la presenza di un asilo nido. Non esistono altre strutture per la diffusione della cultura, dello sport e del tempo libero in genere. Negli ultimi anni sta assumendo l'aspetto di una piccola stazione balneare, richiamando nella stagione estiva, qualche turista, nonostante la scarsa capacità ricettiva ridotta alla sola ristorazione e priva di strutture alberghiere o complementari, necessarie per garantire il soggiorno agli eventuali visitatori. Anche per i servizi sanitari e farmaceutici bisogna ricorrere ai centri vicini, risultando del tutto assenti.  

Relazioni

Alcuni fermenti hanno preso di recente ad agitarsi. Il turismo di tipo stagionale è in crescita anche per l'interesse dimostrato da visitatori non originari del paese, grazie al patrimonio di risorse paesaggistiche, come il Parco naturale del Campo dei Fiori. La rivalutazione dell'ambiente lacuale e i percorsi verdi, immersi nella quiete dei boschi, sono oramai fonte di attrazione, non solo per la gente del posto, che nei mesi estivi ritorna al proprio paese, ma anche per un tipo di turista che, ormai stanco dei luoghi affollati, apprezza il piacere di trascorrere rilassanti soggiorni in questi luoghi, passeggiando lungo i declivi boscosi. L'assenza di servizi è un altro elemento che causa relazioni con l'esterno. Le occasioni di incontro e di aggregazione sociale e culturale sono scarse: soltanto la festa patronale di Sant'Ilario, che si festeggia il 13 gennaio, costituisce un momento di richiamo significativo. Nella piazza una lapide ricorda la figura di uno scultore locale, Silverio Martinoli, definito maestro dell'arte scultorea.    

Alcuni fermenti hanno preso di recente ad agitarsi. Il turismo di tipo stagionale è in crescita anche per l'interesse dimostrato da visitatori non originari del paese, grazie al patrimonio di risorse paesaggistiche, come il Parco naturale del Campo dei Fiori. La rivalutazione dell'ambiente lacuale e i percorsi verdi, immersi nella quiete dei boschi, sono oramai fonte di attrazione, non solo per la gente del posto, che nei mesi estivi ritorna al proprio paese, ma anche per un tipo di turista che, ormai stanco dei luoghi affollati, apprezza il piacere di trascorrere rilassanti soggiorni in questi luoghi, passeggiando lungo i declivi boscosi. L'assenza di servizi è un altro elemento che causa relazioni con l'esterno. Le occasioni di incontro e di aggregazione sociale e culturale sono scarse: soltanto la festa patronale di Sant'Ilario, che si festeggia il 13 gennaio, costituisce un momento di richiamo significativo. Nella piazza una lapide ricorda la figura di uno scultore locale, Silverio Martinoli, definito maestro dell'arte scultorea.    

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Bedero Valcuvia rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.