Descrizione

Comune collinare, di origine nuragica, con un’economia di tipo prettamente agro-pastorale. La comunità degli asunesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, risiede quasi tutta nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: si raggiungono i 585 metri di quota. L’abitato, che ha conservato la sua impronta rurale senza lasciarsi condizionare dal cambiamento dei tempi, come dimostra l’assenza di evidenti segni di espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico delle zone di collina.

Comune collinare, di origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=NURAGICA'>nuragica</a>, con un’economia di tipo prettamente agro-pastorale. La comunità degli asunesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, risiede quasi tutta nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: si raggiungono i 585 metri di quota. L’abitato, che ha conservato la sua impronta rurale senza lasciarsi condizionare dal cambiamento dei tempi, come dimostra l’assenza di evidenti segni di espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico delle zone di collina.

Storia

Il toponimo è di origine oscura e di probabile origine preromana; secondo alcuni, invece, deriva dal vocabolo fenicio “asun”, nel senso di ‘danno’ o ‘sito insalubre’, riferito a un incendio che aveva ridotto in cenere l’abitato. Di origine nuragica, nel Medioevo appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria di Parte Valenza. Infeudata da Antonio de Sena nel XV secolo, sotto gli aragonesi, fu confiscata, nel 1477 a Giovanni, figlio di Antonio, essendo stato questi uno dei ribelli alla corona al seguito di Leonardo Alagon. Nel 1473 il re Ferdinando la concesse a Enrico Henriquez che la vendette subito ai fratelli Pietro e Luigi Castelvì. Nel 1504 fu acquistata da Pietro Erill. Antonio, suo figlio, la rivendette a sua volta a Salvatore Aymerich nel 1541. Tre anni dopo Asuni fu comprata da Bernardo Simò che l’anno successivo la rivendette a Mattia Cavaller. Pervenne, quindi, in dote i Castelvì, ai quali rimase finché con sentenza della Reale Udienza del 1664, fu posta all’incanto. Venduta all’asta ai Nin nel 1701, passò nel 1749 a Michele Guillini e nel 1753 al mercante Guglielmo Touffani che ne aveva comprato il territorio e aveva ottenuto il titolo comitale. A questa famiglia Asuni fu riscattata nel 1839. Il comune fu inserito dal 1859 nel mandamento di Senis, nel circondario di Oristano. Tra le opere architettoniche più importanti, oltre alle rovine del castello medioevale di Medusa, meritano di essere menzionate la chiesa di Santa Lucia del XIII secolo, e i resti dell’antichissima chiesa di San Daniele.

Il toponimo è di origine oscura e di probabile origine preromana; secondo alcuni, invece, deriva dal vocabolo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=FENICIO'>fenicio</a> “asun”, nel senso di ‘danno’ o ‘sito insalubre’, riferito a un incendio che aveva ridotto in cenere l’abitato. Di origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=NURAGICA'>nuragica</a>, nel Medioevo appartenne al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=GIUDICATODIARBOREA'>Giudicato di Arborea</a> e fece parte della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=CURATORIA'>curatoria</a> di Parte Valenza. Infeudata da Antonio de Sena nel XV secolo, sotto gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ARAGONESI'>aragonesi</a>, fu confiscata, nel 1477 a Giovanni, figlio di Antonio, essendo stato questi uno dei ribelli alla corona al seguito di Leonardo Alagon. Nel 1473 il re Ferdinando la concesse a Enrico Henriquez che la vendette subito ai fratelli Pietro e Luigi Castelvì. Nel 1504 fu acquistata da Pietro Erill. Antonio, suo figlio, la rivendette a sua volta a Salvatore Aymerich nel 1541. Tre anni dopo Asuni fu comprata da Bernardo Simò che l’anno successivo la rivendette a Mattia Cavaller. Pervenne, quindi, in dote i Castelvì, ai quali rimase finché con sentenza della Reale Udienza del 1664, fu posta all’incanto. Venduta all’asta ai Nin nel 1701, passò nel 1749 a Michele Guillini e nel 1753 al mercante Guglielmo Touffani che ne aveva comprato il territorio e aveva ottenuto il titolo comitale. A questa famiglia Asuni fu riscattata nel 1839. Il comune fu inserito dal 1859 nel mandamento di Senis, nel circondario di Oristano. Tra le opere architettoniche più importanti, oltre alle rovine del castello medioevale di Medusa, meritano di essere menzionate la chiesa di Santa Lucia del XIII secolo, e i resti dell’antichissima chiesa di San Daniele.

Economia

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Va segnalata però la presenza della Pro Loco e della stazione dei carabinieri. Il perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione locale. Le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite e olivo. Si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini, equini e suini. Il settore industriale risulta ancora di dimensioni alquanto modeste; tuttavia si registrano imprese che operano nei comparti dell’edilizia. Il terziario si compone di una modesta rete commerciale, sufficiente comunque a soddisfare le esigenze primarie della popolazione, ma non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche sul posto garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Va segnalata però la presenza della Pro Loco e della stazione dei carabinieri. Il perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione locale. Le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite e olivo. Si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini, equini e suini. Il settore industriale risulta ancora di dimensioni alquanto modeste; tuttavia si registrano imprese che operano nei comparti dell’edilizia. Il terziario si compone di una modesta rete commerciale, sufficiente comunque a soddisfare le esigenze primarie della popolazione, ma non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche sul posto garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

L’aria salubre, la genuinità dei prodotti del luogo, le bellezze dell’ambiente naturale e la vicinanza a siti archeologici costituiscono valide risorse, il cui sfruttamento potrebbe portare a un incremento della presenza turistica nella zona. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni che allietano il borgo e richiamano visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: la festa di Sant’Antonio, a gennaio; di San Giovanni, a luglio; di San Daniele, a ottobre. La festa della Patrona, Santa Vitalia, si celebra il 14 ottobre.

L’aria salubre, la genuinità dei prodotti del luogo, le bellezze dell’ambiente naturale e la vicinanza a siti archeologici costituiscono valide risorse, il cui sfruttamento potrebbe portare a un incremento della presenza turistica nella zona. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni che allietano il borgo e richiamano visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: la festa di Sant’Antonio, a gennaio; di San Giovanni, a luglio; di San Daniele, a ottobre. La festa della Patrona, Santa Vitalia, si celebra il 14 ottobre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Comune di Asuni in "phasing-in", appartenente, cioè, a quelle aree che -già comprese nell'Obiettivo 1 nel periodo di programmazione comunitaria 2000-2006- nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013, grazie ai progressi economici compiuti, passano nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione" e sono oggetto di finanziamenti speciali in virtù del loro precedente status di territori Obiettivo 1. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.