itala

Descrizione

Comune di montagna, che affonda le sue origini nella preistoria; ha un’economia basata sulla positiva coesistenza delle attività agricole, industriali e commerciali. È un’importante meta di villeggiatura estiva montana. La maggior parte degli aritzesi, che hanno un indice di vecchiaia superiore alla media, vive nel capoluogo comunale; solo pochi si distribuiscono in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.459 metri di quota. L’abitato, interessato da forte espansione edilizia, è collocato in un affascinante scenario di montagna. Lo stemma comunale, inquartato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Il primo campo è partito in due sezioni a sfondo dorato e azzurro, il secondo è partito d’oro e di rosso; nel terzo riquadro, argentato, si raffigura un castagno verde, munito di sei frutti dorati, fondato su una verde campagna e accompagnato da due pecore nere, ferme; la quarta sezione, smaltata d’azzurro, riproduce due gladii d’argento, posti in scaglione.

Storia

Il toponimo, che nella dizione locale si presenta come “Arìzzu” e “Arìzzo”, si caratterizza per il digramma “tz” che vale per z sorda, non infrequente nella letteratura sarda. L’etimo è poco chiaro, probabilmente preromano; sono da ritenere fantasiose le spiegazioni di alcuni studiosi che vedono il nome derivato della voce fenicia “Haratz”, ‘forte, sicuro’, e “Arutz”, ‘fosso, valle’. Le sue origini risalgono all’età preistorica, come è testimoniato da documenti archeologici. In epoca medievale appartenne alla curatoria della Barbagia di Meana e poi a quella della Barbagia di Belvì, nel Giudicato di Arborea. Nel 1478 fu inglobata nella contea di Santa Sofia, di cui seguì le vicende storiche. In età recente vi si svolgeva il commercio della neve: questa, che serviva per produrre gelati, era trasportata in apposite neviere in tutta l’isola. Il suo patrimonio storico-architettonico non si presenta particolarmente ricco, tuttavia meritano di essere citate: la parrocchiale intitolata a San Michele, costruita sul finire del XV secolo, al cui interno conserva interessanti statue barocche e una croce professionale d’arte sardo-catalana, e una prigione sotterranea spagnola del Seicento.

Economia

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi, ulivi, viti e altri alberi da frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria fa registrare una discreta produttività; i settori interessati sono quelli estrattivo, dei materiali da costruzione, edile e della produzione e distribuzione di energia elettrica. Interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella produzione di cassapanche intagliate. Il terziario si compone di una buona rete distributiva, ma mancano servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole del posto garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo e di un istituto tecnico commerciale. Per l’arricchimento culturale sono presenti la biblioteca civica “Coacci”, ricca di opere sulla Sardegna, e il museo etnografico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

La sua appartenenza alla Comunità montana e le affascinanti creste frastagliate del Gennargentu, formate dalle caratteristiche scisti, costituiscono delle forti attrazioni per numerosi turisti, sia d’inverno sia d’estate. I suoi paesaggi montani presentano, infatti, un notevole valore naturalistico accentuato dalla presenza di lembi di foresta di lecci, roverelle, aceri, agrifogli, ginepri e tassi, nonché di una fauna ricca e varia, in cui spiccano i numerosi esemplari di mufloni. Nei suoi dintorni è possibile anche visitare la grotta di Su Canali e la fontana Cangiada, nonché effettuare delle escursioni lungo la valle del rio Gerdesi fino alla confluenza del fiume Flumendosa. Tra le manifestazioni tradizionali si segnalano le feste: di Sant’Antonio Abate, il 16 e il 17 gennaio; di Sant’Isidoro, la terza domenica di agosto, e di San Basilio, la prima domenica di settembre. È da segnalare, inoltre, la rinomata sagra delle castagne e delle nocciole, che si tiene gli ultimi sabato e domenica di ottobre, accompagnata da spettacoli, mostre artigianali, pittoriche e di prodotti tipici locali. Il Patrono, San Michele, si festeggia l’8 maggio. Ha dato i natali al poeta Basilio Sulis, al pittore Antonio Mura e al parlamentare Antonio Maxia.

Località

Fondi europei 2021-2027

Comune di Aritzo in "phasing-in", appartenente, cioè, a quelle aree che -già comprese nell'Obiettivo 1 nel periodo di programmazione comunitaria 2000-2006- nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013, grazie ai progressi economici compiuti, passano nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione" e sono oggetto di finanziamenti speciali in virtù del loro precedente status di territori Obiettivo 1. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 1.284
  • Lat 39° 57' 21,46'' 39.95596111
  • Long 9° 11' 48,64'' 9.19684444
  • CAP 08031
  • Prefisso 0784
  • Codice ISTAT 091001
  • Codice Catasto A407
  • Altitudine slm 796 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno
    E/2225
  • Superficie 75.6 Km2
  • Densità 16,98 ab/Km2
  • Sismicità Zona 4
  • Alba 07:20
  • Tramonto 16:58
Contatti
ODV
NomeIndirizzo
VOLONTARI SOCCORSO ARITZOCORSO UMBERTO I 61
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